NIS2, AI Act, GDPR: non serve un nuovo tool, ma una vera governance


Le aziende hanno una pletora di apparati e sistemi dedicati alla cybersecurity, come firewall, antivirus, sistemi di VA, SOC, MDR e tanto altro ancora.
Eppure, quando si parla di NIS2, AI Act o GDPR il problema resta sempre lo stesso: manca una governance capace di tenere insieme i pezzi.
La complessità non si governa con un software
Per anni la sicurezza è stata gestita come una questione tecnica: si compra un sistema, si aggiorna un firewall, si fa formazione e si pensa di essere a posto.
Ma oggi lo scenario è cambiato: NIS2, AI Act e GDPR non chiedono solo tecnologie, chiedono responsabilità, tracciabilità delle decisioni, coordinamento tra funzioni diverse.
Non basta che l’IT si occupi della sicurezza. Serve che chi governa l’azienda comprenda il rischio come elemento strategico e che chi lavora su privacy e sicurezza parli un linguaggio comprensibile anche al Board.
NIS2 è chiara: non basta proteggere la propria infrastruttura, bisogna gestire l’interconnessione dei rischi.
Agile Hub è il punto di raccordo
Fin dal 2018 abbiamo scelto un approccio diverso: unire competenze DPO, legali, IT e organizzative in un unico gruppo.
La compliance non è un adempimento, è governance.
Qualcuno deve tenere insieme i flussi informativi tra uffici diversi e trasformarli in un sistema coerente: nasciamo come team interdisciplinare di DPO e per questo sappiamo che la business compliance è un’attività complessa, trasversale e articolata.
Non installiamo solo strumenti. Diventiamo il referente unico che traduce le norme in processi operativi chiari, comprensibili e sostenibili.
Dal linguaggio tecnico al linguaggio di governance
NIS2 parla al Board. Il GDPR parla di diritti. L’AI Act parla di accountability.
Se IT, HR, legale e direzione parlano lingue diverse, l’adeguamento non funziona.
Il nostro lavoro è proprio quello di creare un metalinguaggio comune, far dialogare le funzioni aziendali e permettere di: